Kaart van het Eyland Bali (Valentijn, 1726)

martedì 13 dicembre 2016

Tarik batu: il valore simbolico di una tomba

     


     Il paesaggio di Sumba, in particolare la regione occidentale, o Barat Daya, da Kodi a Wanokaka, è punteggiato da centinaia e forse migliaia di tombe megalitiche. La costruzione di queste grandi tombe di pietra è chiaramente un impegno eccezionale. La quantità di lavoro e di capitali necessaria per erigere questi monumenti sembra rendere questo sforzo di gran lunga il più grande dispendio di tempo, energia e risorse nella società tradizionale Sumbanese.

     Nel contempo, questa impresa monumentale riserva svariati benefici sociali, politici ed economici a coloro che vi sono coinvolti. Quando attuata per tempo, è motivo di orgoglio e conforto. In primo luogo, è un’azione di promozione sociale giacché spesso i monoliti sono spostati, dalla cava al villaggio di destinazione, ad un ritmo inutilmente lento per dare modo al proprietario della pietra di mettere "in mostra" la propria ricchezza attraverso un programma cerimoniale svolto per un periodo più lungo del solito. Un’altra forma di esibizione di potere e prestigio si ottiene impiegando un numero elevato di persone che ‘tirano’ (tarik) la pietra. Dalle circa 200 o 300 persone per trascinare un monolite, si arriva anche a 1.000.

     Anche dimensioni ed estetica servono allo scopo, trasmettendo grande considerazione e rispetto per il censo di chi è in grado di acquisire le pietre più grandi e impiegare artigiani che possano abbellire riccamente le superfici esterne della tomba con bassorilievi, statue e motivi geometrici e simbolici rituali. Nella regione di Kodi, entrando in un villaggio o entro una sezione del clan all'interno di un grande villaggio, fanno molta impressione i gruppi di antiche tombe di pietra collocate davanti alle case che circondano la natara, o zona cerimoniale del clan, dove si svolgono grandi cerimonie. In tal modo, ricchezza, notorietà e prodigalità, di individui e del loro clan, sono immediatamente riconoscibili e quantificabili.

     Nel contesto economico tradizionale di Sumba occidentale, la proprietà della terra e degli animali domestici è un elemento chiave per l'acquisizione di ricchezza e prestigio. Di conseguenza, il maggior dispendio di riso (terreni) e di animali (sacrifici) avviene durante il complesso programma di cerimonie che si attua con la costruzione di tombe megalitiche di pietra. Nel contesto di questi eventi, vi è uno scambio di animali (carne) contro manodopera e animali per altri animali.

     Di più, è importante anche la forma di indebitamento che si instaura in conseguenza del sostegno che amici e parenti garantiscono al proprietario della tomba nella fornitura di grandi animali da sacrificare durante i rituali associati alla costruzione. La capacità di sponsorizzare grandi cerimonie e la costruzione di tombe megalitiche dipende quindi, in larga misura, dai rapporti che ciascuno si è costruito nel tempo. Al fine di stabilire una tale rete di relazioni e di sostegno, è assolutamente necessario tessere una serie di collegamenti parentali attraverso accordi di matrimonio per se stessi e la propria prole. Inoltre, è essenziale dimostrare una conveniente ‘lista crediti’ ottenuta da adeguati sostegni alle cerimonie altrui.

     Un capo famiglia che intenda costruire una tomba deve in primo luogo assicurarsi l’approvazione del marapu e del proprio clan, attraverso sacrifici, cerimonie e incontri. Nel contempo, deve raccogliere la quantità di denaro, animali, cibo, parang, kain sarung e, nel caso, gioielli, sufficiente a compensare tutte le persone che verranno coinvolte nel lungo processo di scavo, trasporto e costruzione. l’intero processo può durare mesi o anche anni.



     Solo a questo punto può iniziare lo scavo in una delle cave di arenaria, la più famose delle quali è quella dietro la spiaggia di Wainyapu, nella regione di Kodi. Dopo lo scavo va organizzato il trasporto al villaggio del capofamiglia e la successiva costruzione vera e propria della tomba. Per ultimo viene l’abbellimento, eseguito da scalpellini specializzati (tukang batu). Gli scalpellini tradizionalmente ricevono una grosso bufalo d'acqua vivo, un sarong e un lungo pezzo di stoffa intessuta. A lavoro completato, si indice una festa e viene sacrificato un maiale. Lo scultore, di solito, si tiene la testa di questo maiale (le teste di suini sono particolarmente ricercate, visto che garantiscono mascelle da esibire appese alla veranda di casa propria).


(grazie a Ron Adams e Retno Handini)

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