Kaart van het Eyland Bali (Valentijn, 1726)

mercoledì 14 marzo 2018

La farmacia cosmica




Quasi mille anni fa, il raja Cokorda di Tabanan soffriva di continue malattie. I sudditi cercarono ovunque un rimedio qualsiasi, finché, seguendo istruzioni avute in sogno, alcuni non decisero di inoltrarsi nella fitta foresta che occupava allora le pendici del monte Batukaru.
L’indicazione era di cercare un soffio di fumo che saliva da una noce di cocco caduta in mezzo ai bambù. Da questo cocco venne tratto un medicamento che curò il raja e lo riportò alla normalità. Cokorda ordinò di costruire un tempio in quel luogo dalle proprietà miracolose, chiamandolo per l’appunto Tamba Waras (la medicina che cura).

Nel contesto del moderno induismo balinese, qui si prega il dio unico nella sua manifestazione di dispensatore di rimedi universali, per corpo e mente, per il lato manifesto e quello oscuro (sekala-niskala), una sorta di farmacia cosmica. I poteri curativi sgorgano dalle acque di sorgente, considerate sacre nelle montagne balinesi, e dall'olio prodotto da una pianta epifita, comune nelle foreste attorno al tempio. Foreste che, lasciate qui indisturbate, sono il degno palcoscenico della rappresentazione simbolica dell’intreccio uomo-natura.

Con le abluzioni nelle sette sorgenti, pancoran sapta gangga, ripetute nel tempo per i casi più difficili, e un sorso di acqua di cocco benedetta mischiata all’olio miracoloso, i balinesi chiedono l’aiuto del dio a far uscire ogni malattia che affligge corpo e mente. In senso letterale, tanto che ci sono luoghi precisi, fuori dal jeroan del tempio e nel jaba, dove depositare gli umori che il rimedio smuove, assieme ai gusci vuoti di noce di cocco.
Oltre che persone affette dalle patologie più comuni, qui al Pura Tamba Waras si incontrano famiglie che portano un bambino dal carattere difficile, una giovane donna che si contorce tra le braccia di un pemangku, accudita da amici e parenti, una fanciulla che cade in trance non appena tocca col piede l’acqua di una sorgente. Arriva il signore destinato ad un’operazione di calcoli renali che, dopo la preghiera, si ritrova il rene ripulito, o la matrona che, convinta di essere sotto l’influsso di una magia nera, si piega in preda alla nausea appena bevuta l’acqua benedetta.



Nel jeroan, le famiglie si apprestano alla preghiera. I padri aprono le giovani noci di cocco verde chiaro (bungkak) cui il pemangku aggiunge l’olio miracoloso, rievocazione del rimedio del raja. Il tutto, assemblato a dovere in una serie di banten pejati o offerte cerimoniali, viene consacrato al dio e benedetto dalle preghiere dei devoti, guidati dai mantra salmodiati dal jero mangku.

La varietà di noce di cocco impiegata nelle preghiere con abluzione (il melukat) è chiamata Bungkak Nyuh Gading in balinese. E’ una noce di cocco piccola prodotta da alberi di varietà nana della specie Cocos nucifera. Di colore giallo (klungah) quella lasciata come offerta al momento dell’abluzione nelle fonti sacre, o verde, quella bevuta mischiata all’olio.
Le proprietà terapeutiche dell’acqua di questi cocchi, conosciute da millenni, sono molteplici e ne fanno una vera panacea. Non sembra un caso che a Bali un tale rimedio naturale sia stato mitizzato e si intrecci con l’origine divina del suo potere curativo. Considerata dai balinesi il fulgido raggio sacro di Shiva nella sua facoltà di illuminare e preservare ciò che esiste in natura, l’acqua di cocco è capace di purificare l'aura del corpo, di aprire il Chakra della Corona o Sahasrara, di ripulire le influenze negative della magia nera e curare le malattie.



Eccole tutte qui le radici della pervasiva religiosità balinese: un’erboristeria efficace che parla di una relazione millenaria con la natura, con l’acqua fonte di vita, resa armoniosa e necessaria da una sovrastruttura soprannaturale, per renderla inattaccabile e perpetua.

Questi i pensieri che si perdono tra le grida della posseduta e si intrecciano al tintinnio delle campanelle, tra fumi stordenti di incenso, circondato da fedeli in cerca di aiuto divino per rinnovare salute interiore e forma fisica, necessarie per affrontare meglio la vita.

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