E’ balinese asli, cioè autenticamente indigena. Entrato in casa, la prima volta, la trovo lì ad aspettarmi dove non me l’aspettavo. In realtà non ci pensavo proprio di trovarla lì, con le sue amiche. Tutte balinesi. Non mi aveva avvisato, capite.
Non sono abituato, e chi lo è, alla presenza costante, insistente, alla fine, diciamolo pure, fastidiosa della padrona di casa. Per quanto alto sia l’affitto, per quanto in anticipo sia stato tutto saldato, lei non mostra segni di soddisfazione e raramente ti lascia in pace.
Dal giorno in cui abbiamo messo piede in casa, lei è presente, sempre. Di giorno farebbe, al limite, anche piacere vederla gironzolare, sempre indaffarata, per casa. Ma di notte, no. Di notte proprio non la sopporto. Di notte, quando ti viene a cercare o le capiti a tiro, ecco, son dolori. Un’insidia continua e irritante. E le sue amiche, che palle!
A Bali, ma immagino in ogni luogo tropicale, è la vera padrona di casa. Occupa i luoghi e le abitazioni da sempre, già da prima che venga costruito un edificio. Non appena l’ambiente viene inaugurato, lei partecipa all’evento in forze. E’ ubiquitaria, con le sue amiche occupa ogni angolo, ogni muro, risiede in ogni anfratto. Per quanto piccolo sia il giardino, è sotto ogni foglia, su ogni tronco, attorno ad ogni fiore.
Per di più detta le sue regole di convivenza, con la sua sfacciataggine senza freni modella i comportamenti. In cucina la disposizione delle stoviglie e dei cibi è obbligata, ogni allontanamento della regola, ogni tentativo di originalità, ogni abbandono anarchico di un pezzo di frutta è massicciamente punito. In camera da letto, a suo piacimento entra tra le coltri, e son dolori acuti. In bagno s’appropria degli asciugamani, del lavello, del sapone al mango. In doccia, per quanto ampia sia, ti lascia poco spazio. Le immondizie, poi, ahinoi!
Arrivi ad un certo punto che tira fuori il peggio che c’è in te. Torni alle origini, ridiventi cacciatore e ti armi di aggressività e stizzoso veleno. Il massacro, visto poi, è deludente e lascia un senso di “eccessivo uso della reazione violenta”. In realtà presto s’impara che questo è un conflitto che non finisce ma si sfalda in innumerevoli scaramucce.
La guerra, se vuoi la guerra, non la vincerai mai. Ma la convivenza, se cerchi un compromesso adeguato, se apprendi le esigenze della tua padrona di casa e ne contieni l’esuberanza, quella è possibile. Il dialogo, l’apprendimento di usi e necessità dell’altro da te, è ancora credibile, e la durezza può essere dosata quando sia assolutamente inevitabile.
Oggi ho fatto la doccia con la mia padrona di casa, ho innaffiato il giardino con la mia padrona di casa, ho nuotato in piscina con la mia padrona di casa, ho piantato due ibischi ed ero assieme alla mia padrona di casa. Ma quando ha voluto mettere il naso in frigorifero, l’ho allontanata. Quando ha infierito su mia moglie, l’ho uccisa.
La mia padrona di casa, la formica.
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