Si trovano ovunque, nel fango dopo un
acquazzone, tra i resti delle offerte di fiori e incenso, incrostate in un
asfalto approssimativo, appese a gruppi attorno a figurine votive nei templi.
Sono le vecchie monete cinesi che a Bali sono state per secoli usate come
valuta locale. Il loro nome originale, kepeng,
è stato plasmato dai Balinesi in pis
bolong, per dar risalto al foro centrale, il bolong, rispetto al conio pieno in rame che lo attornia. Pieno e
vuoto, tangibile e intangibile, sekala
e niskala, ancora opposti che
s’incontrano tra le mani degli isolani. Un pieno di valore che ruota attorno ad
un vuoto. L’origine cinese si intuisce dagli ideogrammi che incidono il disco
metallico.
Nonostante i tempi dei colonizzatori
olandesi siano passati, e con loro il monopolio del commercio del rame, il pis bolong continua a valere 250 rupie,
circa 2 centesimi di euro, sebbene siano monete
fuori corso. E’ impiegato ancora largamente nelle occasioni
cerimoniali, incarnando nella sua crosta turchina ossidata cinque dei nove
elementi dell’universo balinese: pertiwi
(terra/sostanza solida), apah (acqua/sostanza
fluida), teja (fuoco/luce/calore), bayu (aria), e akasa (spazio/etere). E’ come panca
dathu che il pis bolong è usato
nelle offerte cerimoniali in tutta l’isola.
Quando si deve costruire un edificio, si
deve riempirne lo spazio con i cinque elementi del panca dathu. Quando l’edifico è completato va fatto “vivere” di
vita autonoma con una cerimonia apposita, uripanga,
ricca di offerte. Sopra ognuna di queste, adagiato sulla manciata di cinque
fiori e erbe che simboleggiano gli dei principali del cosmo (Pancadewata, Brahma, Wisnu, Iswara, Mahadewa e Siwa) deve fare bella mostra di sé un kepeng, che in effetti renda sacra (sari) l’offerta stessa (canang). In tal modo l’equilibrio, tanto
caro ai Balinesi, viene mantenuto anche simbolicamente tra il materiale (pieno)
e lo spirituale (vuoto).
Quando
si visita un prete o un guaritore si usa porgere un’offerta, il pejati,
“nobilitata” da qualche kepeng.
E’ più una forma di rispetto che un valore dato all’opera di guarigione. In
realtà quando ho avuto bisogno di un terapista tradizionale, mi è stato detto
di sostituire al kepeng alcune decine
di migliaia di rupie, non una grande somma ma abbastanza per conservare il
carattere simbolico e rispettoso dell’offerta.
A
coronamento del significato simbolico del kepeng
stanno le figurine votive del dio Batara
Sedana costruite intessendo tra loro centinaia di monete. Batara è il dio della ricchezza ed è marito,
non a caso, di Dewi Sri, dea dell’agricoltura. Questi due dei hanno altari in
ogni tempio domestico di ogni famiglia balinese, a costante memento che riso e
benessere vanno a braccetto.
Nessun commento:
Posta un commento