La Sa’o
Ria di Jopu è l’unica casa tradizionale ad essere
rimasta integra nel villaggio. I Lio delle pendici del vulcano
Kelimutu si riuniscono ancora sullo spiazzo antistante la ‘casa
alta’ in occasione delle due cerimonie che celebrano il legame con
la terra, prima della semina e prima del raccolto. Gli anziani della
comunità, i mosalaki, si ritirano nella grande casa e
celebrano i riti ancestrali nell'atmosfera fumosa, sotto l’alto
tetto da cui pendono i vassoi intrecciati su cui sono poste le
offerte agli dei.
“Le
genti di Jopu sono divise in 7
suku. Si tengono due cerimonie principali (nggua),
legate alla coltivazione del riso:
una prima della semina e l’altra prima del raccolto. La prima è
rivolta al dio della pioggia, la seconda al dio del sole.
Tra
settembre e ottobre centinaia di persone si raccolgono davanti alla
Sa’o Ria per eseguire la danza rituale che si chiama gawi. I
mosalaki si appartano all'interno della casa assieme alle loro
mogli (fai ngga’é). Vengono sacrificati i bufali e la loro carne è
cucinata dai mosalaki sul focolare ad essi destinato. Solo i maschi
possono cucinare la carne. Le donne cucinano il riso sul focolare
accanto. Il cibo così preparato viene distribuito a tutti i membri
dei sette suku. Una parte viene posta sul vassoio intrecciato che
pende al centro della ‘casa alta’. E’ l’offerta fatta al dio
della pioggia affinché l’acqua scenda abbondante e faccia crescere
immediatamente le piantine appena messe a dimora. Fatto questo, tutti
possono danzare il gawi, formando sette cerchi concentrici e
muovendosi lentamente.
Alla
fine della stagione delle piogge, quando torna a splendere il sole e
le spighe si gonfiano, è il momento della seconda cerimonia. Solo
maiali sono sacrificati, in numero sufficiente per sfamare tutti i
membri della comunità. Solo i mosalaki possono cucinare la carne di
maiale, mentre le donne cucinano il riso. Nel villaggio vivono anche
famiglie di fratelli musulmani e quindi i mosalaki allestiscono un
focolare separato dove cucinano alcuni polli, sacrificati apposta per
loro. Questo rinsalda il legame all'interno dei suku. Una parte del
cibo è offerta al dio del sole e posta su un piccolo cesto appeso
sopra l’angolo posteriore destro della stanza. Si prega che il sole
splenda invitto e faccia maturare le spighe. I membri dei suku
iniziano, all'esterno, la danza rituale.
La
scelta del ria bewa, il capo tra i mosalaki. Solo il primogenito di
ogni generazione può diventare capo. A Jopu è da 14 generazioni che
il capo viene scelto con questo sistema. Il bambino appena nato,
quando ha due settimane, viene lasciato solo sulla loggetta che sta
sopra il focolare femminile. Se dopo pochi minuti piange, allora sarà
destinato a diventare il ria bewa. Se non piange, deve essere
sottoposto ad altre prove. Un pollo è sacrificato e un pezzo del suo
fegato crudo viene appoggiato alle labbra del bambino. Se piange, è
segno che diventerà il capo. Se lo succhia e mostra di apprezzarlo,
dovrà seguire un’altra prova. La madre lo porta con sé a fare tre
giri attorno alla Sa’o Ria. Poi, nel retro della casa, appoggia la
fronte del piccolo ad un tronco di banano preparato apposta. Se il
bimbo piange, allora diventerà il capo. Se ancora non piange, non ne
è degno e viene allontanato dal suku e mandato a vivere in un altro
suku. In tal caso la prova si ripete col secondogenito.”
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