"Your passport, please", ma il cervello non registra questa semplice domanda, intrappolato nell'identificare una incredibile serie di turchesi smeraldini. Sono gli occhi dell'infermiera che mi si rivolge, posati sopra un sorriso che spero non di circostanza, tanto bene si sposa con i loro toni cangianti. Sembrano schegge di una conchiglia che s'è appropriata dello smeraldo del mare equatoriale, fuso con gli aloni turchesi di una piuma di pavone.
Capisco ora come gli occhi possano parlare. Trattengo il respiro: un incanto.
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