Cos'è il
Triangolo di Corallo?
Il Triangolo
di Corallo è un termine geografico che identifica un’area di forma triangolare
formata dalla sovrapposizione di zone marine e costiere di sei stati dell’Asia
del Sudest: Indonesia, Malaysia, Papua New Guinea, Filippine, Isole Salomone e
Timor-Leste.
Quest’area
contiene almeno 500 specie di coralli in ogni eco-regione. Caratteristica
principale che la identifica.
C’è
un largo consenso nel mondo scientifico che identifica il Triangolo di Corallo come un
epicentro mondiale di abbondanza e diversità di vita marina e quindi un
luogo dove concentrare le priorità per la sua conservazione.
L’importanza
di questo ecosistema è tale che, pur rappresentando appena l’1.6% degli
oceani del pianeta, nel Triangolo di
Corallo si trovano:
·
Il 53 % di
tutte le barriere coralline del mondo,
·
Il 76 % di
tutte le specie di corallo conosciute,
·
Il 50 % di
tutte le specie di pesci della barriera corallina conosciute,
·
Il
75% delle specie di mangrovie che formano la più grande estensione di foreste al
mondo,
·
Oltre
il 40% di tutte le specie conosciute di piante che formano le praterie marine.
L’insieme
eccezionalmente ricco di specie dell’insieme formato da foreste di mangrovie,
praterie di piante marine e barriere coralline è habitat per la riproduzione e
la crescita di innumerevoli specie di pesci di rilevanza commerciale, come ad
esempio 5 specie su 6 di tonno.
La
biodiversità è componente essenziale per mantenere sana la barriera corallina.
Una
sana barriera corallina, formata da un ampio numero di specie diverse
organizzate in comunità interdipendenti, può sopravvivere agli stress causati
dal riscaldamento globale e dal cambiamento di clima più che un ecosistema con
meno diversità.
Quali sono le minacce e i rischi
riguardo al Triangolo di Corallo?
La ricca
biodiversità del Triangolo di Corallo è minacciata da vari fattori, il
principale dei quali è:
Il
cambiamento globale del clima che porta con sé l’aumento della temperatura e
del ph dell’acqua di mare, parametri che da soli portano allo sbiancamento del
corallo e alla morte della barriera corallina.
Uniti a
questi vi sono altre azioni, tutte di origine antropica, che direttamente o
indirettamente alterano o distruggono la barriera corallina e gli altri ecosistemi
acquatici associati:
·
Prelievo
distruttivo delle risorse biologiche marine, come la pesca industriale
senza limiti, la pesca fatta con mezzi distruttivi per l’ambiente come
le bombe, che frantumano il corallo e decimano i pesci, e come il cianuro che,
allo scopo di tramortire pochi individui, ne uccide altre centinaia e avvelena
larghi tratti di barriera, o come il prelievo di corallo per farne
materiale da costruzione,
·
L’inquinamento generale della fascia
costiera, che sversa
in mare scarichi reflui non trattati di origine sia industriale che urbana,
·
Il prelievo
indiscriminato di risorse non biologiche, come minerali, petrolio e gas
senza considerarne il pericoloso impatto sull'ambiente,
·
La deforestazione indiscriminata che, sia nelle foreste
dell’entroterra che in quelle costiere di mangrovie, aumenta l’erosione dei
suoli e il risultante apporto di sedimenti in mare e direttamente sulla
barriera corallina, con la conseguenza di soffocarla e ucciderla,
·
La forte domanda di alcune specie
marine da parte di certi mercati asiatici, che innesca localmente il sovra sfruttare dell’ecosistema
costiero e corallino, portando rapidamente a rischio di estinzione numerose
specie particolarmente sensibili, come il pesce Napoleone, alcune cernie di
barriera, le oloturie, le tartarughe marine, alcuni mammiferi acquatici, ecc.
Nel
Triangolo di Corallo già il 10-20% dei coralli sono stati distrutti senza
possibilità di recupero e il 75% di tutte le barriere sono
fortemente minacciate.
Popolazioni
a rischio, cause e effetti.
Oltre 370
milioni di persone vivono nelle sei nazioni che formano il Triangolo di Corallo. 150 milioni
vivono entro i confini dell’area e, di queste, 100 milioni dipendono in un modo
o nell'altro dalle risorse che sono prelevate dall'ambiente costiero e marino. Tra
queste ci sono 2.25 milioni di pescatori.
Larghe porzioni di queste
popolazioni dovranno inevitabilmente cercare rifugio e lavoro altrove se
continuerà la sottrazione di risorse marine, l’erosione della fascia costiera, la
contrazione di suoli coltivabili e abitabili dovuta alla sparizione delle
foreste di mangrovie e delle barriere coralline.
E’ molto probabile che la
conseguenza sarà una serie di migrazioni di masse di persone verso zone più
protette dell’entroterra, come le grandi città, esacerbando i problemi legati all'inurbamento.
In che maniera si
opera per migliorare la situazione?
Innanzitutto
è da sottolineare come, trattandosi di un problema legato al cambio globale del
clima, il mondo scientifico stima che sia assolutamente necessario, almeno per
fermare il riscaldamento globale, stabilizzare l’anidride carbonica
dell’atmosfera sotto i 450 ppm.
Il WWF considera
la regione una priorità d’intervento per la conservazione del mare ed ha
attivato, nel 2007, il Coral Triangle
Program.
Nel 2009 I
governi degli stati che formano il Triangolo di Corallo hanno formato un’organizzazione
interstatale di intervento chiamata la
Coral Initiative che coordina i numerosi interventi intrapresi
singolarmente e collettivamente a sostegno della conservazione dell’ambiente e
delle popolazioni costiere, in questo aiutati dal finanziamento di alcune
agenzie Internazionali. La C.I. ai muove a vari livelli per:
· Accrescere la conoscenza scientifica del problema attraverso l’organizzazione di Spedizioni di Ricerca che
monitorano lo stato della barriera corallina,
· Avviare iniziative di divulgazione delle conoscenze per accrescere
nella popolazione il livello di consapevolezza, partendo dalla scuola,
· Scegliere uno impiego sostenibile delle risorse
biologiche,
─
limitando
la pesca industriale con l’adozione di quote annuali,
─
abbandonando
la pesca distruttiva a favore di sistemi selettivi,
─
abbandonando
il prelievo di corallo,
─
bloccando
il taglio delle mangrovie,
· Avviare percorsi di conservazione e ripristino
delle risorse ambientali attraverso:
─
la
creazione di aree marine protette, serbatoio di biodiversità,
─
la
riduzione dell’impatto ambientale industriale, urbano e turistico
─
l’implementazione
di uno sviluppo turistico eco-sostenibile
─
l’attivazione
di programmi di ripopolamento di coralli e altro organismi marini
Tra gli interventi di ripopolamento
della barriera corallina, uno dei più efficaci ed innovativi è il cosiddetto Biorock che, attraverso l’uso della
corrente elettrica a basso voltaggio, stimola la crescita e lo sviluppo di
coralli impiantati su un substrato elettrificato e posto in mare a bassa
profondità.
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