Kaart van het Eyland Bali (Valentijn, 1726)

martedì 15 dicembre 2020

L’agitazione che cura

    Conobbi Ratu Bagus, al mondo pak Ketut, un giorno d’ottobre di molti anni fa.

    Assieme ad alcuni amici italiani andai in visita al suo ashram nel villaggio di Muncun, vicino Bangli. Un villaggio di contadini, tra le colline ai piedi del grande vulcano, dove Ketut si ritirò anni prima per fare anche lui il contadino e l’allevatore. Nella sua biografia Ketut racconta di aver avuto, durante una delle sue lunghe meditazioni, una visione che gli impose un nome (Ratu Bagus Jaya Kesuma Kawi) ed una missione: curare il mondo.

    Da allora si impose come uno dei più noti guaritori balinesi, popolare qui come in occidente, Europa e USA.

    La coppia di italiani, che allora mi accompagnò, si “curava” da anni con la tecnica sviluppata dal guru Ratu Bagus e contribuiva attivamente a diffondere la sua filosofia in Italia ed Europa.

    In origine, Ratu curava i contadini locali con la sola imposizione delle mani. Ora la sua tecnica si è evoluta e cura veicolando l’energia che deriva dal Gunung Agung, di cui afferma essere figlio.

    Da conosciuto sciamano locale si è trasformato in guru indianeggiante, acclamato da migliaia di adepti, che per qualche tempo si ritrovavano anche in Italia, vicino ad Ostia.

Le “donazioni”, a pagamento dei suoi servigi, assieme al ricavato raccolto durante i seminari, hanno concorso a costruire e tenere in vita l’ashram di Bali.

    Il complesso di edifici che lo compone è circondato da un muro riccamente decorato, aperto da un’alta e imponente entrata in stile candi bentar. Vari edifici, fastosamente adornati, lo compongono. Tra questi, una costruzione centrale a pianta circolare ospita una enorme sala rivestita di marmo, sede della pratica energetica dello sciamano. Centinaia di Balinesi la affollano il fine settimana per cercare sollievo da qualche malattia, nevrosi, psicosomatismo, pena di vivere.

    L’energia veicolata dal guru, mi spiegarono, deve sintonizzarsi sull’energia del paziente e mandare in vibrazione ogni cellula del suo corpo, tanto da farlo muovere, saltellare, ballare anche convulsamente. Il paziente, per ottenere la massima efficacia curativa, deve accettare consapevolmente questa energia, lasciarla fluire ed assecondare, senza ostacolarla, ogni reazione del proprio organismo, per quanto spontanea e convulsa.

    Osservai per un po’ i praticanti saltellare, ballare e agitarsi in vario modo, al suono di una tamburellante ed ossessiva musica disco, di fronte alla gigantografia del guru, giacché, si dice, basti la sua immagine a scatenare la reazione curante.

    Visto che non era necessaria la sua presenza, per ore Ratu non si fece vedere, nonostante fosse stato  avvisato del nostro arrivo. Nel frattempo curiosai in giro e scoprii molte gabbie contenenti uccelli e mammiferi: cuschi, jalak bali, rapaci, scimmie albine, pavoni, lori. Molte di loro specie protette anche sotto la legge indonesiana e per le quali non ne è consentito il possesso. Notai anche alcuni bungalow in costruzione attorno ad un’enorme piscina: un mini resort costruito con i fondi degli adepti.

    Il guru comparve proprio mentre, stanchi di aspettare, fummo sul punto di andare via.

    La figura vestita con sarong e sahariana bianchi ci attrasse attorno ad un tavolo per una breve conversazione. Alle domande su come funziona la sua cura energetica egli preferì darci subito una prova e chiamò a sé due adepte che, al suo tocco, iniziarono improvvisamente a saltellare come possedute e a ridere sguaiatamente.

    L’energia, ci spiegò Ratu, non sortisce lo stesso effetto su ognuno di noi. Sfortunatamente, un effetto visibile lo si rileva solo da chi è in sintonia con lui da tempo e nulla accade agli estranei. Quindi niente dimostrazione ad effetto su uno di noi.

    Ci offrì gentilmente alcune sue fotografie dove, variamente abbigliato e in posa, dispensava lievi e sapienti sorrisi, ricolmi del suo potente magnetismo medicamentoso.

    Ce ne andammo per nulla impressionati da ciò che testimoniammo, troppo scettici per essere convinti da quella che molto probabilmente è una manifestazione del potere curativo dell’autosuggestione.

    Che è tanto immateriale e infrequente quanto energicamente apportatrice di ingenti raccolte di denaro che, come sicuro effetto, hanno cambiato la vita del contadino pak Ketut.




Nessun commento:

Posta un commento