Kaart van het Eyland Bali (Valentijn, 1726)

martedì 16 novembre 2010

spiaggia

Una lunga spiaggia bianca che guarda ad oriente. Venerdì mattina. Pochi stranieri diluiti tra sdraio e ombrelloni, allineati in un’unica fila, bianchi su bianco. Il sole già alto è pronto a scottare la pelle nuda. L’acqua è cristallina, poche alghe verde brillante disegnano il fondo granuloso. Al largo si scorge netta la striscia candida e schiumosa che le onde tracciano al limite della barriera corallina. Da qui a là, la laguna è una coperta smeraldina, appena mossa dal vento. Più a sud, dove la rena s’arresta di fronte agli alberi, si agitano pigre le canoe dei coltivatori di alghe.

Corpi pallidi, presto arrossati dal riverbero, distesi a leggere, chiacchierare. Un succo fresco di mango, un sarong offerto da una timida ambulante, un gruppetto di ragazze in divisa che pulisce la spiaggia. Alle spalle risuona secco il richiamo di un martin pescatore. Lo smeraldo liquido offre un breve refrigerio, ma galleggiare qui è una lunga, languida e setosa carezza. Tutto è lento, torpido, anche il libro è pesante tra le mani e resta inascoltato sul tavolino. Il respiro si ritma con la risacca, tenue e appena percettibile. Il pensiero segue curioso le movenze voluttuose di questo meriggio tra i granelli di sabbia.

Nessun commento:

Posta un commento